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Chiasso, rumore eccessivo, frastuono ad opera di una o più persone, a voce spiegata. Alterazione di cagnaia, l’abbaiare di più cani insieme. Cagnara, secondo il Tommaseo, è voce di provenienza veneta. L’alterazione finale è prettamente romanesca.
Cagnàra (s) photo:
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Chi, nella pastorizia, è addetto a preparare il cacio pecorino.
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Cosa inutile o piccola voglia da nulla. Dalla parola «cacca» in quanto usasi dire, nei riguardi di chi troppo si affetta senza necessità e senza merito, «quanta cacca!». Da G. G. Belli viene usato più volte (vedi sonetto n. 1006) ma in senso diverso.
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Periodo dell’anno in cui è consentita la caccia al cinghiale che in maremma ha tradizione di grossa manifestazione a cui partecipano tutti i cacciatori.
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La prima peluria o le prime penne degli uccelli e di tutti i pennuti in genere. Alterato maggiorativo di cacchio, (germoglio della vite).
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Germoglio della vite, tralcio fresco inutile che viene tolto a primavera quando la vite fiorisce. In senso figurato ed eufemistico sta anche per priapo. (forse dal latino «cacumen» che significa sommità, punta: noto il detto «cacumen ramorum»).
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Frutto selvatico di polpa rossastra, intensamente peloso, che nasce da arbusti. Il nome della bacca è cinorrhodon.
Strumento d’accompagnamento formato da un grosso barattolo di cui un’estremità è chiusa con pelle. Al centro di essa sta un’asticella di legno che mossa in senso verticale produce un suono particolare. Dà ritmo e si usa per accompagnamento.
Derivazione da càccola (a cui equivale nella forma) e «vella» in quanto è coperta di pelle di pecora (vello). Boccaccio usa cavella (cosa da nulla, di poco conto) nella 3. novella della 9. giornata.
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Persona paurosa e timida. Deriva da cacarella o da cacaiuola, dovuta a paura o spavento.
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Cacarella, diarrea dovuta a paura.
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Il più piccolo della nidiata (o di casa) che è l’ultimo a volare, perciò resta a cacare nel nido.