-
Molare (da ganascia, il tutto per una parte). È infatti riferito anche a persona di molto appetito. Vedi G. G. Belli nel sonetto n. 219.
-
Dicesi di gruppi di ragazzacci che vanno a far danno. (da canagliume). S’intende anche riferirsi con questo nome a un certo vino aleatico che si produce a Marta, sulle rive del lago di Bolsena. In questo caso il nome ha origine da canna, vale a dire dai sostegni che si usa mettere alle viti. Il nome vero è «cannajola».
Canajjòla (s) photo:
-
Canaglia.
-
Camera a canna, spazio vuoto fra un soffitto piatto e la volta. Derivazione dal latino «càmero» che significa fabbricare a volta. Oggi viene effettuata mediante una rete metallica fitta, capace di sostenere la calce. Anticamente si faceva con un telaio di canne d’india o di canne comuni. L’etimologia nasce da camera (che a Tarquinia vien detta cammora) e da canna.
-
Camera, vano.
-
Camion, autocarro. Nel plurale usasi la forma «i camii».
i camii
-
Stoffa di cotone o di altro tessuto di poco valore. Derivazione da Cambrai, città francese che ha dato nome a un tessuto di cotone chiamato cambrì. G. G. Belli usa la forma cambriche nel sonetto n. 1849.
-
Grosso cracchio catarroso, specie da persone malate. È alterazione di catarro? Dicesi anche di bove vecchio e malandato. Forse dal latino «camur o camarus» che significa curvo, arcuato nel senso della vecchiezza.
-
Colui che vende caldarroste.
-
Caldarrosta. (vedi G. G. Belli nel sonetto n. 462).