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Usasi nel detto «beve e magna peggio de ‘n catalano». Poiché lo storico Polidori, nelle sue «Croniche» ha scritto che la flotta catalana approdò al porto di Corneto nel 1424 e che i catalani erano di pessima natura, evidentemente il detto è rimasto tuttora nel dialetto a significare un giudizio tutt’altro che esaltante nei confronti di chicchessia.
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Persona idonea a castrare maiali in maniera empirica. Dicesi anche del coltello usato in simile operazione; oppure di chirurgo assai scadente.
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Uccello che, secondo la tradizione, dimentica dove ha fatto il proprio nido. È riferito a persona soggetta a dimenticanza. Usato il detto «cervello di castrica».
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In senso anatomico deve intendersi la cassa toracica, specie quella del pollo quando si disossa.
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Donna di servizio nelle famiglie patrizie che teneva la guida della casa. Guardarobiera. Donna di fiducia. Massaia. Aferesi di casalenga.
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Gran confusione e disordine. Dalla città campana in cui avvenne un grosso terremoto.
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Lavoro agreste al tempo di trebbiatura che consiste nel trasportare i covoni dal campo sull’aia, dove ha luogo la trebbiatura. Lavoro che, prima dell’entrata in funzione dei trattori, si faceva con la carrucola, per sollevare i covoni dal carro sulla trebbiatrice. Tale voce trovasi sugli Statuti di Corneto al cap. 54 del libro 3. «De poena furantis bladum de campis».
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Carrucola. La mancanza di una r è dovuta all’influsso del dialetto romanesco.
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Cartapesta, cartone. Nel volgo è uso dire pistare anziché pestare.
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L’uomo che, nel corso della trebbiatura, trasporta col carro i covoni dal campo al luogo della trebbiatura mediante carri trainati da buoi.