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Mento secco e assai sporgente a forma di cucchiaio. Dal verbo «scucchiaiare» che ha perso le ultime due sillabe. G. G. Belli, sonetto n. 387. Usato anche da A. Palazzeschi ne «Le sorelle Materassi».
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Masticando dei cibi pieni di terra o di sabbia, si produce rumore sotto i denti. Dal verbo scrocchiare.
Scróciolare (v) photo:
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Siero di latte di pecora dopo la lavorazione del cacio e della ricotta. Dal latino «excocta».
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Cravatta o corvatta. Usasi nel detto «pigliar un uomo per lo scorvattino» nel senso di minacciarlo e di metterlo davanti alle proprie responsabilità.
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Vedi carraccio. Luogo dove è scorsa l’acqua piovana che ha lasciato un solco sui fondi rustici e sulle strade bianche. Lasciato perciò incolto perché soggetto all’erosione della pioggia.
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Strada più corta per arrivare da un posto a un altro: è una abbreviazione arbitraria del participio passato «scorciato». Scorciatoia.
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Piccolo berretto o cappello rotondo con piccola falda o visiera. Proviene da «còppola».
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Avere le ossa rotte. Il significato dialettale ha valore onomatopeico.
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Non andare a genio, non garbare. Forma alterata di sconfacevole. G. G. Belli, nel sonetto n. 1207 usa la forma confinferare.
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Scombussolare, mettere a soqquadro.