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Di persona scontenta, sempre pronta alla facezia e alla battuta arguta. Furbo. Vedi cojjonella.
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Giuoco di ragazzi che consiste nello scivolare dall’alto in bassa su di un piano inclinato. Da scivolo.
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Forte vento freddo di tramontana. Da scioruk, che vuol dire scirocco o da sciara?
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Sarmenti.
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Poveraccio, di persona colpita da qualche accidente, disgraziato. Dall’arcaico «sciopino» che significa accidente.
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Rasserenarsi del cielo, mandar via l’ombra delle nuvole.
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Persona male in arnese, mal vestita, di scarsissima considerazione. Dal francese «Chovan» nome insorto ai tempi della Rivoluzione Francese.
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Ciabatta. Forse deriva da ciarpa che significa cosa vile o di poco prezzo, vecchia. Oppure da piccola sciarpa per avvolgere i piedi. G. G. Belli, sonetto n. 1424. Tale parola, sotto forma di sciarbella si trova pure nel dialetto genovese e ligure. Essendo stato Corneto nel Medio Evo porto d’approdo per i commerci della Repubblica Marinara di Genova, la parola è piovuta in mezzo a noi, subendo qualche deformazione. In senso accrescitivo «sciarpellone» o «sciarpellona» è riferito a persona trasandata, sporca e scalcagnata. Probabile volgarizzazione di ciantella.
Sciarpèlla (s) photo:
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Sciapito, scipito. Di persona svenevole che non sa di alcunché. G. G. Belli, sonetto n. 172.
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Cachessia, malessere generale che colpisce una persona. La parola, anche se può avere affinità con sciancare, è del tutto onomatopeica. G. G. Belli, sonetto n. 49, usa la parola «sciangherangà», che secondo il Vigolo, deriva dal giudaico romanesco «ngkangkerangkà”.