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Levarsi o rompere la cavezza. Rendersi libero. Vedi capezza.
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Andarsene via come un cane frustato.
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Da scandagliare. Scegliere in modo sommario fra più persone o più cose, per una separazione o una catalogazione.
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Scatarrare.
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Di donna mal vestita, sporca e indesiderabile. Forse proviene da Camaldoli, contrada fiorentina di povera gente, di gente bassa e plebea. Scamaldolare vuol dire stare a litigare come femmine di strada.
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Parte di uno stecconato dove le filagne trasversali possono scorrere da una parte all’altra per permettere il passaggio tranquillo delle persone: sostituisce il cancello che le bestie, specie i cavalli, riescono ad aprire per uscire dal recinto. Derivazione da «scala» o di «scalare», nel senso di arrampicarsi per entrare in un luogo.
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Scala a trespolo messa su una siepe per permettere il passaggio da una parte all’altra, senza inceppare negli spini. Scalandrino.
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Può essere usato nel senso dell’utile che uno può avere nel concludere un affare o nel completare un lavoro. Suona pure come minaccia di botte verso chi importuna. Buscarne. Deriva da scagliare, in forma traslata, ma di oscura spiegazione.
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Zuppa di fave fresche, carciofi, lattuga, piselli, cicoria con sottofondo di fette sottili di pane casareccio.
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Evolvere, incivilire. Uscito dalla scafa, dal baccello della fava. Ossia uscito dal chiuso.