-
È noto il detto «va a Caligutte, a cena con la luna». Posto o luogo lontano favoloso, nominato anche con la intenzione di mascherare il luogo dove si è diretti. Volgarizzazione di Calicut, porto dell’India sulla costa del Malabar. Vi approdò nel 1489 Vasco de Gama.
-
L’incontro a valle di due pendii. Il tratto avvallato fra due declivi. Deriva appunto da calare, nel senso di cosa che vien giù dall’alto in basso.
-
Grave sonnolenza dovuta al gran caldo estivo. La sinonimia con l’uccello forse deriva dal fatto che la calandra ha un canto monocorde che induce alla sonnolenza.
-
Dimostrazione avversa o rimprovero pubblico fatto ad alta voce. Da cagnara.
-
Chiasso, rumore eccessivo, frastuono ad opera di una o più persone, a voce spiegata. Alterazione di cagnaia, l’abbaiare di più cani insieme. Cagnara, secondo il Tommaseo, è voce di provenienza veneta. L’alterazione finale è prettamente romanesca.
Cagnàra (s) photo:
![](/public/word/88/17/1771_8b7b.jpg)
-
Chi, nella pastorizia, è addetto a preparare il cacio pecorino.
-
Cosa inutile o piccola voglia da nulla. Dalla parola «cacca» in quanto usasi dire, nei riguardi di chi troppo si affetta senza necessità e senza merito, «quanta cacca!». Da G. G. Belli viene usato più volte (vedi sonetto n. 1006) ma in senso diverso.
-
Periodo dell’anno in cui è consentita la caccia al cinghiale che in maremma ha tradizione di grossa manifestazione a cui partecipano tutti i cacciatori.
-
La prima peluria o le prime penne degli uccelli e di tutti i pennuti in genere. Alterato maggiorativo di cacchio, (germoglio della vite).
-
Germoglio della vite, tralcio fresco inutile che viene tolto a primavera quando la vite fiorisce. In senso figurato ed eufemistico sta anche per priapo. (forse dal latino «cacumen» che significa sommità, punta: noto il detto «cacumen ramorum»).