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Impiastricciamento del muso con uva franta o mosto. Deriva da mosto. Usasi fare per ischerzo durante la vendemmia. Difatti dal detto «faccia mostosa» cioè sporcata di mosto, è venuta la parola «mostosa» che è divenuto un aggettivo sostantivato. Poi la prima o è divenuta u nel dialetto.
faccia mostosa
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Vedi Mongana.
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Mungere. Ci si può riportare per tale trasposizione della lettera n dopo la g a quanto si diceva nel medioevo a proposito delle prefiche che venivano chiamate piagnone perché piangevano fortemente dietro il feretro.
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Fango, mota.
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Morso.
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Mordere, prendere a morsi. Dalla forma morsicare che ha poi dato origine alle parole mozzico e mozzicone.
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Moscerino. Diminutivo volgare di mosca. Aver la moscia significa essere attorniato da mosche e tafani al punto da non raccapezzare. È usato nei confronti delle bestie. In senso figurato di persone che si perdono facilmente di pazienza.
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Castagna secca, ammosciata. Alterazione, al diminutivo, di cosa moscia. Dicesi anche, in senso figurato, della eccessiva muscolatura delle mascelle, proprio sotto l’orecchio. Così pure di cosa di poco conto.
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Piccolo agricoltore di scarso patrimonio e di poca possibilità economica. Da moscio, contrario di solido.
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Morbido. Tale trasposizione di pronuncia della B in V è in uso nel greco moderno dove la lettera B (beta) è detta «vita» ossia V.