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Spingere con forza per rimuovere qualche cosa (da zeppa, spingere la zeppa); oppure riempire con forza. Dal verbo inzeppare.
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Avere il ventre gonfio d’aria o di venti fetidi. Dicesi nel caso di chi ha mangiato troppi legumi.
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Sta per vantare o vantarsi.
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Dicesi dell’aratore quando esce dal solco. Il che accade facilmente nelle terre in pendio. Per cui è possibile la derivazione di «avvallare» cioè scendere più in basso a valle. Colui perciò che fa avvallare l’aratro, vien detto avvallararo.
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Vantare. O vantarsi.
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Chiudere, coprire quasi da rimanere soffocato. Parola derivata probabilmente da attuffare, immergere in acqua per smorzare i rumori e il respiro. Ma più probabilmente dal verbo tufare.
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Noia, tedio. Derivazione da attediare.
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Tappare o chiudere con tappo. Anche in senso figurato nei confronti del freddo e del vento, cioè ripararsi o coprirsi bene.
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Persona litigiosa, sempre disposta ad attaccar brighe.
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Dicesi del pane, dei dolci o di schiacciate non eccessivamente lievitati, non fermentati e tutt’altro che rigonfi. Forse alterazione di «assorbire», nel senso di trattenere tutto a sé in modo da impedire la lievitazione. Oppure derivazione dal latino «exibitum» che vuol dire anche cagionare.