-
Giovane operaio che i grandi tengono accanto perché apprenda dalla pratica il proprio lavoro, specie nella zappatura o vangatura della terra. Volgarizzazione di bardotto. Dicesi anche barzotto l’uovo poco cotto o il membro virile poco eretto. Volgarizzazione di bazzotto.
-
Balzuolo, legno orizzontale su cui si tiene legata la civetta per lo zimbello dei cacciatori alle allodole o ai palombacci.
-
Quando si mieteva a mano, ogni mannella di grano veniva legata con una piccola parte degli steli, prima di venir lasciata sul campo a seccare. In senso lato perciò legatura del covone.
-
Barilozzo. Forma sincopata di barilozza.
-
Citrullo. Etimologia incerta. Più che da barlacchio che significa stupido, è probabile che provenga da barilame che è un insieme di barili e fusti vuoti. Da barilame è possibile la forma contratta di barlume, così come barlozza al posto di barilozzo.
Potrebbe anche darsi che sia riferibile al nome Barlamè, un ecclesiastico d’un romanzo indiano medioevale il quale convertì il principe Josaphat. (Vedi «Viaggio in Italia» di W. Goethe, nel capitolo «Lunedì 14 maggio» di ritorno da Messina a Napoli).
-
Grossa fatica, gran sudata, in senso figurato. Dal portare la bardella su cui si carica molto peso.
Bardella (s) photo:
-
Ragazzotto, birba. Dalla forma «bardassa». G. G. Belli lo usa nel sonetto 233.
-
Ragazzo addetto ai servizi del gregge. Giovane pastore. Usato anche da G. G. Belli nel sonetto n. 436 nella forma «bardasso» (vedi bardascione).
-
Barbio, pesce di acqua dolce.
-
Mento, pappagorgia (da barbazzale) G. G. Belli usa «barbozzo» sonetto n. 226