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Sedimento del vino, dell’olio, del caffè. Posatura, fondo, feccia.
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Sorta di cipolla selvatica od asfodelo. Ha origine da porro che ha il bulbo oblungo, di sapore acuto; o da porraio. C’è una forma arcaica di «porraccio».
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Nel senso di povero, specie riferito ai morti. Usasi anche, in caso di generale commiserazione la forma accrescitiva «poraccio» per poveraccio. Usasi anche nei detti vezzeggiativi o ironici, come «poro cocco», «poro ciuco» «poro tato». Probabile derivazione dal francese «pauvre».
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Sta per prunella o prugnola. In senso figurato, sta pure per man rovescio. Usato anche nel 1379, a Corneto. Vedi «Statuto degli ortolani».
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Porcile, luogo dove spesso va il porcaio.
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Usasi nella forma «zi popa»; per significare una donna brutta, trasandata e sciatta. Deriva da una maschera romana, oggi in disuso. G.G. Belli, sonetto n. 391.
Zi popa
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Pomodoro.
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Puledro dell’asina. Forma antiquata in uso anche nella forma italiana.
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Erba selvatica che cresce distesamente sulla terra. Non ha stelo, perciò sviluppa tutta se stessa in senso orizzontale. È in uso il detto «star terra terra come la poltracchia». Chiamasi «ortulaca oleracea o erba porcellana». Vedi «porcacchia».
Star terra terra come la poltracchia
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Di persona buona a nulla, di nessuna resistenza e capacità. Di tutte le frattaglie, infatti, il meno ricercato è il polmone che si compra per darlo ai gatti o ai falchi o alle civette da zimbello.