-
Luogo comodo per defecare. È voce antica quando i gabinetti di decenza erano rarissimi. Deriva infatti da luogo comodo («locus» è forma latina).
-
Modo onomatopeico per esprimere paura e apprensione, a causa della contrazione dello sfintere. G. G. Belli, sonetto n. 42.
-
Forma volgarizzata di ringhiera. G. G. Belli usa la forma lendiera. Sonetto n. 450.
-
Liso, consumato, logoro proprio delle stoffe. Volgarizzazione di liso.
-
Botta, colpo improvviso in faccia o in altra parte del corpo. Etimologia incerta; forse dal francese «laisse».
-
Crostaceo marino dalle grosse chele; astice.
Leone (s) photo:
-
Corpetto con due redini di tela per insegnare ai bambini i primi passi. Derivazione da lenza che in arcaico significava anche benda e fascia.
-
Lendine.
-
Colui che, durante i lavori estivi per la raccolta del frumento, va dietro agli operai che mietono a mano, per riunire e legare le mannelle lasciate in terra e poi formare il covone o la gregna. Parola che deriva dal verbo legare.
-
Pugno in faccia che produce lividura. Deriva dal verbo leccare che può significare toccare leggermente; difatti il leccamuffo è veloce e la mano ritorna subito indietro, lasciando la muffa, ovvero quel colore verdastro proprio della percossa ricevuta. Probabile alterazione di laccamuffa che è un colore azzurrognolo che si estrae da alcune specie di lichene.